Il nulla e il blu – L’Esposizione del Vuoto di Yves Klein

“All’inizio non c’è niente, poi un niente profondo, poi una profondità blu”
Yves Klein

Invito al Vernissage

Invito al vernissage della mostra “l’esposition du Vide” di Yves Klein che si tenne dal 28 aprile al 12 maggio del 1958 presso la Galerie Iris Clert di Parigi.
Nei materiali preparatori all’invito compare la frase “Le sang du corps de la sensibilité est bleu“.
Agli spettatori al vernis­sa­ge fu offerto un aperitivo, il «blue cocktail», composto da gin, Cointreau, e blu di metilene.

Yves Klein

Yves Klein

Una stanza ridipinta di bianco da Klein dove lui stesso o gli spettatori camminano e sostano: nulla da vedere, né quadri né alcun punto di riferimento percettivo se non l’ombra di un corpo, un luogo-vuoto che però diventa figura reale, capace di produrre ugualmente intensi effetti percettivi, emotivi e cognitivi nello spettatore, “un luogo che concretizza e incorpora l’arte in quanto tale, l’Arte con la maiuscola.” (Fimiani)

“Ora, non dovrebbero esserci intermediari. Bisognerebbe trovarsi letteralmente impregnati da quest’atmosfera pittorica preventivamente specializzata e stabilizzata dall’artista nello spazio dato. Deve trattarsi allora d’una percezione-assimilazione diretta e immediata, senza più alcun effetto, trucco o raggiro al di là dei cinque sensi, nel dominio comune dell’uomo e dello spazio: la sensibilità” (Y. Klein)

Durante il vernissage Klein che passeggia nella stanza vuota: “On me fit crédit. Le geste seul avait suffit. Le public avait accepté l’intention abstraite” (Y. Klein)

Yves Klein

“Recentemente sono diventato una sorta di affossatore dell’arte (molto curiosamente, in questo momento utilizzo le stesse parole dei miei avversari). Alcune delle mie opere più recenti sono delle bare e delle tombe. E nello stesso tempo io riuscivo a dipingere col fuoco, utilizzando a questo scopo delle fiamme di gas particolarmente potenti ed essiccanti, alcune delle quali raggiungevano tre o quattro metri di altezza. Sfioravo con esse la superficie del dipinto, in. modo tale da registrare la traccia spontanea del fuoco.
Il mio proposito è quindi duplice: in primo luogo registrare l’impronta della sentimentalità dell’uomo della civiltà di oggi; e poi registrare la traccia di ciò che precisamente aveva generato questa medesima civiltà, cioè la traccia del fuoco. E tutto questo perchè il vuoto è sempre stato la mia preoccupazione essenziale; io sono sempre ben sicuro che, nel cuore del vuoto come nel cuore dell’uomo ci sono dei fuochi che bruciano.”
(Y. Klein)