Ditelo coi nodi – Italo Calvino

I messaggi di pace e di guerra, nella Nuova Caledonia, consistevano in una tradizionale corda di banian (Ficus bengalensis) visibilmente annodata. Un pezzo di corda con un nodo a gassa a un’estremità era una proposta d’un alleanza militare; il destinatario, se accettava l’alleanza, non aveva che da fare un nodo simile all’altro estremo e rimandare il messaggio al mittente; così un patto indissolubile era concluso. Invece, un nodo che stringe una piccola torcia -spenta, ma con tracce di bruciato- è una dichiarazione di guerra, vuol dire “Verremo a bruciare le vostre capanne”. Il messaggio che offre la pace ai vinti è più complicato; si tratta di convincerli a tornare al villaggio distrutto e ricostruirlo (i conquistatori si guardano bene dallo stabilirsi in un villaggio che appartiene ad altri e agli spiriti dei loro morti); perciò il nodo del messaggio stringerà insieme pezzetti di canna, arbusti e foglie che servono alla costruzione delle capanne. …

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Petite demeure – Étienne Martin

Queste fibre annodate … ci richiamano alla mente le cordicelle dei Maori..: i narratori o aedi polinesiani recitavano i loro poemi a memoria, aiutandosi con cordicelle intrecciate, i cui nodi venivano sgranati tra le dita seguendo gli episodi della narrazione. Quale corrispondenza essi stabilissero tra le successioni di nomi e gesta di eroi e antenati e i nodi di diversa forma e grossezza disposti a intervalli diversi non è chiaro: ma certo il fascio di cordicelle era per la memoria orale uno strumento indispensabile, un modo di fissare il testo prima di ogni idea di scrittura. “Questa traccia – scrive Segalen – era chiamata Origine-del- Verbo, perché essa sembrava far nascere le parole”. L’avvento della scrittura, ossia il solo fatto di sapere che gli uomini bianchi affidano la loro memoria a segni neri su fogli bianchi, mette in crisi i procedimenti della memoria orale: gli aedi dimenticano i loro poemi, le cordicelle restano mute tra le loro mani. …

C’è un oggetto giapponese fatto di lamine di legno annodate in un complicato disegno quasi barocco, che simboleggia il dio della montagna il quale si rifugia sulle cime durante l’inverno per calare in pianura di primavera come dio del riso e vegliare sulle giovani piante. Nella tradizione dello scintoismo nipponico ci sono dèi chiamati “annodatori” perché legano il cielo alla terra, lo spirito alla materia, la vita al corpo. Nei templi una corda di paglia annodata indica lo spazio purificato, chiuso al mondo profano, in cui gli dèi possono fermarsi. Nei rituali buddisti più sofisticati, il potere del nodo sussiste anche senza il suo supporto materiale: basta che il sacerdote muova le dita come per annodare, perché lo spazio della cerimonia sia chiuso alle influenze nocive. …

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I draghi gemelli

… i nodi, come configurazioni lineari su tre dimensioni, sono anche l’oggetto d’una teoria matematica. Tra i problemi che essa apre vi sono quelli del “nodo borromeo” (tre anelli allacciati in cui è solo il terzo anello che allaccia gli altri due).

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Earth – Étienne Martin

Il nodo borromeo è stato molto importante anche per J. Lacan.(*)
Non avrei mai l’ardire di provare a definire con parole mie il rapporto del nodo borromeo con l’inconscio secondo Lacan: ma vorrei azzardarmi a formulare l’idea geometrico-spaziale che sono riuscito a ricavarne: lo spazio tridimensionale ha in realtà sei dimensioni perché tutto cambia a seconda se una dimensione passa sopra o sotto l’altra, o a destra o sinistra dell’altra, come in un nodo.
Questo perché nei nodi l’intersezione di due curve non è mai un punto astratto ma è il punto in cui scorre o gira o s’allaccia un capo di fune o cima o scotta o fili o spago o cordone, sopra o sotto o intorno se stesso o altro elemento consimile, come risultato dei gesti ben precisi d’un gran numero di mestieri, dal marinaio al chirurgo, dal ciabattino all’acrobata, dall’alpinista alla sarta, dal pescate all’imballatore, dal macellaio al cestaio, dal fabbricante di tappeti all’accordatore di pianoforti, dal campeggiatore all’impagliatura di sedie, dal taglialegna alla merlettaia, dal rilegatore di libri al fabbricante di racchette, dal boia all’infilatore di collane… L’arte di fare nodi, culmine insieme dell’astrazione mentale e della manualità, potrebbe essere vista come la caratteristica umana per eccellenza, quando e forse più del linguaggio…

da Collezione di sabbia –
Italo Calvino

(*)  Gli Anelli di corda secondo Lacan:
http://www.freudlab.it/node/209

le misure di Majorana
Le misure di Majorana

“Io ti battezzo Reale” (Lacan)

Nodes Rose  - Paul Delvaux
Les Noeuds Rose – Paul Delvaux