Paul Celan, Frank Stella e Raumpatrouille (Le avventure dell’astronave Orion)

Debbo riferire alcune parole da me udite nel profondo dei mari, là dove tanto si tace e tanto accade. Ho aperto una breccia nei muri e nelle remore della realtà e mi sono trovato dinanzi allo specchio del mare. Dovetti attendere un poco prima che esso si fendesse e io potessi penetrare il grande cristallo del mondo interiore. Avevo sopra di me la grande stella inferiore degli scopritori insaziati..

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Frank Stella, installazione alla Galleria di Leo Castelli – 1960

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.. Pur consapevole del gravoso pellegrinaggio che mi attendeva, mi ritrovai impacciato allorché dovetti imboccare una delle strade: solo, senza la guida di qualcuno. Una delle strade! Innumerevoli erano queste strade e ciascuna mi invitava a percorrerla, ciascuna mi offriva un differente paio di occhi per osservare le belle e selvatiche plaghe dell’altro e più profondo versante dell’essere. Nessuna meraviglia se io, in quel momento, avendo ancora, per vedere, i miei vecchi occhi caparbi, mi misi a far paragoni per poter scegliere. Senonché la mia bocca – la quale mi stava più in alto degli occhi ed era più audace, avendo spesso parlato nel sonno – era corsa avanti e mi gridò tutto il suo sarcasmo: “Vecchio rigattiere dell’identità! Cosa mai hai visto e riconosciuto, tu, valoroso dottore in tautologia? Dì, cosa hai riconosciuto lungo il margine di questa nuova strada? Un anche-albero, ovvero, un quasi albero, non è così? E ora metti insieme tutto il tuo latino per un’epistola al vecchio Linneo? Procurati piuttosto un paio di occhi dal profondo della tua anima e piantali all’altezza del tuo petto: allora comprenderai ciò che qui accade..

da Edgar Jené e il Sogno del Sogno
Paul Celan