Teatro e Cinema: Tracy Letts e Jeff Wells

Agosto 2007
Una casa in campagna dalla forma irregolare fuori Pawhuska, in Oklahoma. a novantasei chilometri da Tulsa in direzione nordovest ..

Beverly “La vita è molto lunga…

T.S. Eliot. Voglio dire … gliene si attribuisce il merito perché si è preso la briga di scriverlo. Non è il primo a dirlo… sicuramente non il primo a pensarlo. Ad accorgersene. Ma ha scritto quelle parole su un foglio di carta e lo ha firmato, così quel cazzone occhialuto è diventato un genio… perciò se lo dici, devi aggiungere il suo nome, dopo.

“La vita è molto lunga”: T.S. Eliot.
E’ assolutamente vero, per la miseria. Soprattutto nel suo caso, visto che è arrivato a settantasei anni o giù di lì. Una vita molto lunga, soprattutto per quei tempi. E aveva solo trent’anni quando lo ha scritto, quindi avrà avuto per forza una soffiata.
Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Ben pochi poeti sarebbero riusciti a reggere alla… alla sua prova e a uscirne brillantanti, in doppiopetto e anglicani. Non è difficile immaginare come avrebbero reagito Hart Crane o John Berryman di fronte alla prima moglie di Eliot, la graziosa Viv: si sarebbero precipitati sul ponte più vicino, quei due olimpionici del suicidio. Ma non Eliot: dopo un congruo periodo di sensi di colpa religiosi, la molli nel primo manicomio che ti capita e vai avanti con la tua vita. Dio onnipotente! La purezza dell’istinto del sopravvissuto è ammirevole.
Berryman, quel vecchio caprone: “Il mondo sta a poco a poco diventando un posto dove non mi interessa più stare”. Non so cosa significhi, ma ho maggiore affinità con le persone disturbate. Probabilmente non è niente di buono. Ammiro da matti Eliot il poeta, ma l’uomo? Non riesco a identificarmi.

Violet (fuori scena) … figlio-di-puttana…

Beverly Violet. Mia moglie. Prende le pillole, a volte parecchie. Che le alterano… tra le altre cose l’equilibrio. Per fortuna le pillole che prende le tolgono la necessità di mantenerlo. Per questo cade quando se ne va in giro… anche se non va in giro molto.
Mia moglie prende le pillole e io bevo. Questo è l’accordo che abbiamo stretto… uno dei tanti, un semplice paragrafo del contratto di matrimonio… un patto crudele. Lei prende le pillole e io bevo. Io non bevo perché lei prende le pillole. Quanto all’ipotesi che lei prenda le pillole perché io bevo… ho imparato molto tempo fa a non parlare per mia moglie. Oggi le ragioni per cui lo manteniamo sono irrilevanti. Il fatto è che lei prende le pillole e io bevo. Ed è un fatto che col tempo ha reso difficile seguire la consueta routine americana: pagare le bollette, fare acquisti, pulire vestiti, tappeti e cessi. Anziché indossare di nuovo il manto della colpa… far voto d’astinenza con le dita incrociate nell’oscena speranza di raddrizzare la nostra nave, ho scelto di affidare la mia vita a una Potenza superiore… (solleva il bicchiere) e di unirmi alle fila di Quelli-con-la-colf.

Non è una decisione che mi vede del tutto sereno. So lavarmi la biancheria sporca… lo faccio da una vita, io o anche mia moglie, ma trovo che interferisca con il bere. “Qualcosa è stato detto a favore dell’astinenza, ma molto poco” (Di nuovo Berryman.)

E adesso sei qui.

La casa non è così malmessa. Non ancora. Ho fatto tutto per bene. Ci sono riuscito. E proprio ieri sera ho bruciato un bel po’ di… orrendi rottami…

Sai… una semplice bolletta può significare tanto per una persona. Quando però non esistono più… quando sono svaniti, parole e numeri sembrano… simboli irreali. E’ solo carta. Peggio. Peggio della carta bianca.

Beverly si alza barcollando sia per la stanchezza sia per l’alcol e passa in rassegna i libri.

Beverly Il mio ultimo rifugio, i libri: i piaceri semplici, come trovare l’aglio selvatico sul ciglio di una strada o essere corrisposti in amore.

Prende un volume dallo scaffale e lo dà a Johanna.

Johanna T.S. Eliot

Beverly Vedi tu se leggerlo. Non è un requisito necessario per il lavoro. E’ solo per tuo diletto. Ritieniti libera di leggere qualsiasi libro.

“Qui noi giriamo attorno al fico d’India/ Fico d’India fico d’India/ Qui noi giriamo attorno al fico d’India..”

 

dal Prologo della pièce teatrale Agosto. Foto di famiglia di Tracy Letts

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Dal dramma è stato tratto il film I segreti di Osage County, di cui Tracy Letts ha curato la sceneggiatura, regia di John Wells. Film strepitosamente interpretato (su tutti i bravi attori del cast spiccano Meryl Streep e Julia Roberts, semplicemente grandiose) che ha aggiunto al bellissimo testo teatrale di Tracy Letts un “personaggio” determinante: l’ Oklahoma e le sue grandi e piatte praterie arse dal sole.

 

 

 

 

 

Il figlio torna a casa e il genitore gli mette subito i ganci! Il vecchio o la vecchia, secondo il caso, non hanno nulla da dire al ragazzo. Tutto quello che desiderano è avere quel figlio seduto su una sedia per un paio di ore e poi andarsene a letto sotto lo stesso tetto. Non è amore. Non dico che non esiste una cosa che si chiama amore. Indico soltanto qualcosa che è diverso dall’amore, e che talvolta passa sotto il nome d’amore. Può darsi benissimo che, senza questo qualcosa di cui parlo, non ci sia amore. Ma questo qualcosa, in se stesso non è amore. E’ soltanto qualcosa che si ha nel sangue. E’ una specie di appetito del sangue, ed è il destino d’un uomo. E’ la cosa che l’uomo ha e che lo distingue dalla felice creazione bruta. Quando tu nasci, tuo padre e tua madre perdono qualcosa e sei tu. Sanno che non possono ritrovarlo tutto, ma cercheranno di prendere il più che possono da te. E la buona e vecchia riunione di famiglia, con il pic-nic e il pranzo sotto gli aceri, è molto simile a un’immersione nella vasca dei polipi all’acquario.

Robert Penn Warren, Tutti gli uomini del re (cit. di Tracy Letts)


 

(il film è visibile in streaming su Videomega.TV o cb01.eu)