René Char su Braque 

I bambini e i geni sanno che i ponti non esistono: c’è solo l’acqua che si lascia attraversare. Così, in Braque, la sorgente è inseparabile dalla roccia, il frutto dal suolo, la nuvola dal suo destino, invisibilmente e sovranamente. Il viavai incessante dalla solitudine all’essere, e dall’essere alla solitudine, crea sotto i nostri occhi il cuore più grande. Braque pensa che abbiamo bisogno di troppe cose per accontentarci di una cosa, perciò è necessario assicurare, ad ogni costo, la continuità della creazione, anche se noi non dovessimo mai beneficiarne.  Nel nostro mondo concreto di resurrezione e angoscia di non-resurrezione, Braque comprende il perpetuo. Non si inquieta per questioni future, pur preoccupandosi delle forme che ancora devono nascere. Ci metterà sempre dentro un uomo!

Opera terrestre come nessun’altra eppure così tormentata dal brivido delle alchimie.  

Alla fine della laconicità …

Helios V, Blue-Violet. Georges Braque, 1948

* in copertina
le Sacre Coeur
Georges Braque, 1910