Soul station

[..] Mezzogiorno. Giardino.
Occhio fermo,
perspicuo, cristallino,
non visto, onniveggente.
Nuda flagra,
rovente
d’identità
si disfa
di simbolo la rosa,
annulla canto, musica, memoria,
erode immagine
e ogni altra cupidigia
dalla mente
umana e animale
su sé, sulla sostanza
sua ogni altro asservimento. È.
O rosa ipsa,
o rosa di sè.
Senonché discende
la sua tortuosa vena d’aria,
le cala
incontro
ronzante il coleottero
e la lega,
ecco, quel volo
di nuovo alle catene
della universa fraternità.

Mario Luzi 

Le strade

Le strade di Buenos Aires
ormai sono le mie viscere.
Non le avide strade,
scomode di folla e di strapazzo,
ma le strade indolenti del quartiere,
quasi invisibili perché abituali,
intenerite di penombra e di crepuscolo
e quelle più fuori mano
libere di alberi pietosi
dove austere casette appena si avventurano,
a perdersi nella profonda visione
di cielo e pianura.
Sono per il solitario una promessa
perché migliaia di anime singole le popolano,
uniche davanti a Dio e nel tempo
e senza dubbio preziose.
Verso l’Ovest, il Nord e il Sud
si sono distese – e sono anche la patria – le strade:
Dio voglia che nei versi che traccio ci siano quelle bandiere.

da Fervore di Buenos Aires –
J.L. Borges