Lettera al figlio – Francesco Marotta

La radice del cielo

nella vampa del crepuscolo, Gabriele,
anche gli angeli cambiano colore – assumono
sembianti carichi di voci, parvenze di infinito –
talvolta somigliano una nuvola, profumano di corallo,
e tu sai che più pura è la loro luce
che avvolge la tavola imbandita di invisibili presenze
fluttuanti nell’oro degli sguardi, più pura
quando lacrima il sale della vita la materia del distacco,
quando l’ombra ti lascia senza pace
inquieto di un tremore opaco, preda del vento
che succhia linfa alla fonte dei pensieri –
cosa sono le nuvole mi hai chiesto – e io ho raccolto nel palmo
la pioggia dispersa dell’aprile, la sua ferita d’aria
per mostrarti come si forma un’ala,
da quale precipizio risale il giorno e spinge a riva
gli ospiti muti delle notti,
come può una corona di piume legare alla terra
esili germogli fioriti da suoi pori –
cosa sono le nuvole
e io ti porgevo il calice delle mie mani d’acqua
perché al richiamo di quell’ultimo bagliore di sorgente
tu riprendessi la rotta del tuo volo,
ritrovassi la radice da cui ricomincia il cielo
 

da Lettera al figlio
in Hairesis –

Francesco Marotta


* in copertina 
ph. Christopher Anderson