(Where do the dream go?) – Thomas Wolfe e Borderproject2017

…Una pietra, una foglia, una porta non trovata.
E di tutti i volti dimenticati. Nudi e soli veniamo in esilio. Non conosciamo il volto di nostra madre, nel suo utero buio; Dalla prigione della sua carne dobbiamo giungere nella indescrivibile e incomunicabile prigione di questa terra.
Chi di noi ha conosciuto suo fratello? Chi di noi ha guardato nel cuore di suo padre? Chi di noi non è rimasto per sempre un prigioniero? Chi di noi non è per sempre solo e straniero? O spreco di energia, nei caldi labirinti, fra le stelle lucenti su questa cenere opaca e stanca, perduta!
Ricordando, senza parole, cerchiamo il grande linguaggio dimenticato, la fine del sentiero perduto che porta in Cielo, una pietra, una foglia, una porta non trovata. Dove? Quando?
O spirito perduto, e pianto dai venti, ritorna.
 

Thomas Wolfe

 
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cimitero dei migrant
i –
“a cielo aperto” nei pressi del Muro che divide gli Stati Uniti dal Messico
 
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[..] Ognuno di noi è tutte le somme che non ha contato: se venissimo sottratti e portati di nuovo nella nudità e nella notte, vedremmo cominciare a Creta, quattromila anni fa, l’amore che è finito ieri in Texas.
Ogni momento è il frutto di quattromila anni. I giorni che vincono i minuti, ronzano come mosche volando da casa alla morte, e ogni momento è una finestra su tutto il tempo. ..


  


[..]Non c’è nulla di più istruttivo e gioioso dell’immersione in una comunità di esseri umani di tutt’altra razza, razza che rispetti, con cui simpatizzi, di cui vai fiero pur non appartenendole. La pienezza vitale degli Armeni, la loro rude affabilità, le loro nobili ossa lavoratrici, l’inesprimibile disgusto per qualsiasi metafisica e la splendida familiarità con il mondo delle cose reali – tutto questo mi diceva: sei ancora lucido, non temere il tuo tempo, non fare il furbo.
Non sarà stato perché mi trovavo in mezzo a un popolo celebrato per la sua fervida operosità e che tuttavia viveva basandosi non sugli orologi delle stazioni o dei pubblici uffici, ma sul tempo delle meridiane, come quella che vidi tra le rovine di Zvartnoc in forma di una ruota o di una rosa incisa nella pietra? (Osip Mandel’štam)

 

 



 

Allora, quando tutta la mia anima sarà
nel paradiso di te
(in cui solo comprendo
cresco e vedo)
l’impalcatura del mio corpo,
le ossa, che sono ancora con te,
i muscoli, la forza, le vene,
che danno forma a questa casa,
torneranno ancora
.
 
da Angelo, guarda il passato –
Thomas Wolfe

 


 

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le foto appartengono al Borderproject2017: due photoreporter, uno americano (Jim Watson) l’altro messicano (Guillermo Arias), hanno seguito – da versanti opposti – la costruzione del muro che divide l’America dal Messico.