*di cosa stiamo parlando – Carmine Vitale, e Words and Stars

*ti ricordi quando dicesti

hai paura degli occhi?

un lungo elenco di richieste che vengono da dentro come uno sparo

perché gli dei cominciano le loro lettere sempre cosi: caro, ti ho cercato per

e poi le foglie vanno per conto loro, e l’allegria che potresti avere in una freddissima notte d’inverno

è come un indirizzo sconosciuto ai più

sole sul parco giochi

e dietro le nostre spalle ricurve la provvisoria adozione dell’infinito

ci sono molti modi per ricordare centinaia di nomi

associarli ai limoni alle passeggiate alla saliva inghiottita alla solitudine di un’idea ai manuali di storia

ad un sorriso

lo so lo so (lo so) che una volta hai volato pur senza le ali inclinandoti perfettamente al tempo e allo spazio

e il cielo azzurrognolo non era ristretto ad un nero quadrato dai margini stinti

inseguivi fiumi che i bambini guadano senza fatica

e falegnami lavavetri tecnici chimici specializzati in caldaie che riparassero dalla pioggia morente

le ore in strada passano così tra palloni che rotolano e voci lontane

lo spirito con la scure vola ancora guardando dalla finestra del ministero il parco oscurato da un acquazzone,

nuotando nell’aria.

*una domanda su quello che sai

è stato quando ti ho visto arrivare da quella parte della strada

poco illuminata benché ci fosse il sole alzando gli occhi, che mi è venuto in mente un pomeriggio pieno di domande

la ricetta di quella vecchia torta al profumo di arancia che mi sembrava non aver mai lasciato le mura della stanza e senza voler creare confusione o una nuova ragione o pretesto per litigare mi pare di ricordare bene che quella sia stata l’ultima volta che l’hai dettata

a casa mi sono poi subito ripromesso di rifarla, uguale.

mi ricordo però che tra le tante una domanda mi è rimasta impressa

come un alone fioco intorno alla luce del proprio lampione:

è davvero buono tutto quello che vediamo?

un leggero profumo mi è parso di risentire ancora

e non era quello della torta d’arancia né quello di una mattina di nebbia appena sull’erba inizia a sciogliersi la brina

un odore nuovo come un’ombra che si allunga sulla vita
come sulla valle le nuvole quando mangiano il sole
ma poi lui torna e splende
come potrei definirlo?
guarda dietro di te mi hai detto

a pagina numero ci dovrebbe essere qualcosa che forse potrebbe andare bene

e in inglese hai ripetuto see page number

oppure trova uno spazio bianco e con lettere riempilo

di una muta preghiera

*di cosa stiamo parlando

della speranza che ricopre la poesia?
certo ne faranno un selected poems
diventerà oggetto d’indagine
il trapianto di un cuore avvenuto per la prima volta nella poesia stessa

ma la forma delle cose è quasi la stessa delle stelle
e cioè dita puntate come in un tribunale
benché basterebbe osservare:
un astuccio di matite
l’accento del lunedì
e le radici che diventano rami in cielo

batte il sole e fa caldo
solo i cocomeri e i pomodori respirano sotto il velo leggero
di una qualche nuvola
nessuna urgenza né qui né ora

a una bambina può bastare e per il mondo intero:
il suo colore preferito
la luce accesa
il profumo lento e azzurro che viene dal mare

da *di che cosa stiamo parlando
Cesare Vitale

Words and Stars è un progetto nato dalla collaborazione tra lo scrittore turco Orhan Pamuk, premio Nobel per la Letteratura, e l’artista italiana Leone d’Oro Grazia Toderi.

L’opera è stata creata per il Museo dell’Innocenza di Instanbul nel 2013 e proposta in Italia al Mart di Rovereto nel 2017.