Cinquantaseicozze – Roberto R. Corsi

XIII
 

Come nei polizieschi i neri si chiamano “negro” tra loro quando vogliono offendersi,
così certe figure appassite, sole, spaesate spossessate senza onori sociali,
appoggiate sulla claudicante tiepida carità d’un fratello o un collega,
mi suscitano disprezzo misto a paura – vedo in loro la più logica
proiezione temporale di me stesso, in una salamoia amniotica,
un ragno ineludibile che punge avvolge nella tela
ma ancora serva in vita. Odio la persistenza del perdente, mi odio.

 

XI
 

Dio non c’è, e per fortuna, ma se ci fosse vorrei avesse sembianza
di top model, anzi fanciulla fresca, in carne e conscia di regnare
con refoli del viso di rugiada, col corpo esplosione canora.
Ascenderei beato allora a un inferno di dirupi e zanzare
proprio come al bar, mio dio donna dannante, mentre chiedevi
del miele per addolcire il caffè e un cameriere eretico t’ha opposto un secco non ne abbiamo
per poi tornare a conversare con me su Inter-Lazio di ieri…
Ma la mia bocca lì accanto, l’hai visto? s’è aperta come queste cozze al supplizio
della padella, e la parola s’è dichiarata vinta,
il miocardio m’è salito sulle spalle nel giudizio finale
dello splendore che appare e in un batter di ciglia ti sentenzia dritto
al Cocito della mezza età lasciando dietro sé la scia glaciale della propria assenza.

 

XII
 

Il pensiero della morte dei miei cari mi trafisse grazie alla SALT
(Società Autostrada Ligure Toscana), a quei biglietti lunghi più d’una spanna
che con la curiosità dei sei anni studiavo fino all’ultima riga
oltrepassato il casello di Santo Stefano Magra:
” L’utente viaggia a suo rischio e pericolo, la compagnia non risponde
di morte o danni a persone e cose durante il tragitto”.
Tempo dopo una grossa tromba d’aria distrusse la pineta dei Ronchi
e passò sopra casa, ero lì con prozii, babbo e mamma fuori in macchina. Gridavo
e piangevo pensandoli spacciati, mi spaventai molto, in realtà tornarono illesi.
Questo il battesimo di Madame La Mort, la marchiatura a fuoco dell’umano
nel burroso cervello di bimbo. Giunto alle scuole medie
ogni mattina prima della scuola mi fermavo in chiesa e pregavo di proteggerli, i miei,
“di non farli morire nel momento del bisogno” che chissà quando sparisce.
La brace della religione vive del soffio della paura, vincere chiederebbe
di disgiungere le mani, ma è una lotta pastosa che non finisce mai.
Siamo soli, escogitando un senso a questa vita ricciolo di pube.

 

XLIII
 

Non si ha nessun problema nell’uccidere un uomo
quando il coltello è il lento diniego della sua dignità,
quando il cappio è l’irrisione della forza lavoro,
è la macchinazione in gocce contro i suoi progetti,
è la cimosa ufficiale contro il pensiero obliquo.
Leggo la grande poetessa che vive a Berlino,
la immagino alzarsi e fare lentamente colazione,
avere silenzio e tempo gravido di lucciole sillabiche.
Quanto a me, quand’anche mi trovassero col cuore del mondo
pulsante in pugno, grondante sangue sulla penna, mi manderebbero
via perché qualcuno deve rifarmi la stanza o gli serve il computer
per scrivere un preventivo alla salumeria Porco d’oro.

 

XLVII
 

A quel punto la verità lo colpisce. Edipo sobbalza
sul letto alle luci dell’alba urlando ” le mie poesie fanno schifo!”.
Il sonno non dà ristoro, sembra assai peggio del piano sequenza
d’indifferenza che accompagna il varo di ogni sua raccolta
eppure non lo fa mai desistere… Invece la notte dispensa il consiglio abrasivo,
difatti a ogni risveglio segue il proponimento dello scisma,
piantarla con questa Fortezza Bastiani, mesi e mesi a puntare il binocolo
su grate o ingrate parole, dietro le dune; meglio volger la penna dal carme al bilancio aziendale,
risfoderare bestemmie e vernacolo per spezzare il dio-comando,
approfondire leggi e contratti per meglio servire il cliente, il solvibile sovrano!
Ma tempo una settimana e come un sasso scagliato per aria
riassaggerai la gravità dell’ozio e del riflesso di scrivere, non importa
quanto possente il braccio sagittante.

 
da Cinquantaseicozze
Roberto R. Corsi

 

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in copertina
Le Voisinage
Louis Pons