“Da latitudini non più riconosciute”: Giovanni Baldaccini e Mário Pexioto

 

Mia cara, non credo sia possibile rientrare in terra di Provenza, dove l’azzurro di lavanda indugia sui miei tratti assonnati; né in Luberòn, dove la terra sale ed i paesi sono monti di pietra. O la Camargue, dove abita il vento dal mare che mi sparge dove soffia.  Né penso torneremo in Normandia, dove i gabbiani aspettano le anime e il freddo mi scolora.

Non credo sia possibile rientrare nella città Parigi, dove l’arte sconvolge i lineamenti della gente che passa e li trasforma in briciole d’umano sospese nell’eterno di colori nel soffio che sostiene i miei pensieri né mi lascia cadere.

Non credo rientreremo più neppure dove siamo noi stessi, che per farlo ci dovremmo ritrovare mentre siamo dispersi al limite di un male che sconvolge chi lo pensa e chi ignora.

Non credo in un soccorso, che l’evidenza sbriciola le facce che il mistero sommerge rendendo più spiegabile l’assurdo volto ora per ora a rinnegare la verità presunta. Che non esiste, come tu ben sai, e l’orda non potrà mai rintracciarci.

Ti spero in un senso di nessuno.

 
di Giovanni Baldacciini
dal blog Scrivere per immagini

 

LimiteMário Peixoto, 1931
 

 

 

~~~~~~~
* in copertina
Alfred Wallis, Four Luggers and a Lighthouse
** il titolo del post è del brano di Giovanni Baldaccini