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[..] ” Ma non lo senti tu stesso? La tua posizione è convenientissima per Loro, non come condizione permanente, ma come una tattica provvisoria. E più tardi ti faranno la pelle. Perché? Perché non hai dato Loro un’aiuto attivo. No, mio caro, nel nostro mondo, chi si mantiene neutrale è dapprima un Loro aiutante, e poi una Loro vittima”.
“Piantala di spaventarmi e di fare della propaganda” dice il Compagno di Bevuta. “Intanto io non cambierò. Noi due, intanto, non cambieremo, è questo il punto. Tutto dipende da quanta gente c’è, nella nostra società, come me, come il tuo Cambio, come te, come il Veritiero, come il Doppiogiochista… Perché da noi accadano dei veri cambiamenti bisogna che cambi la proporzione di gente così. E questo è frutto della storia, non risultato di una risoluzione o di un’appello. Oggi a Ibania il rapporto quantitativo tra i principali tipi sociali è tale, che è possibile solo un ritorno alla posizione precedente. Il tempo, la rapidità, la forma di questo ritorno non dipendono dalla resistenza di persone come il tuo Cambio, il Veritiero e simili, ma solo dalle possibilità tecniche che il potere ha a disposizione, di ristabilire lo status quo. Unicamente da questo. Decretino, le nostre autorità, di tornare alla situazione esistente all’epoca del Padrone, o decretino di non tornarci più, noi ci torneremo egualmente. Ci stiamo già tornando. Né il il ritorno sarebbe più rapido se domani apparisse su tutti i giornali la fotografia del Padrone con un appello a ristabilire le sue belle usanze. La rapidità dipende dalle dimensioni del paese, dalla quantità della popolazione, dal numero e dalla gerarchia degli organismi, dalla gerarchia del potere, e così via. Più di un determinato massimo, tale velocità non può raggiungere”. [..]
“Non stare a credere alle chiacchiere sconclusionate che ti ho scodellato” mi ha detto il Compagno di Bevuta, al momento di salutarci. “Non servono a niente. Se non a dimenticare, per un po’ di tempo. Sai cosa ho scoperto? Anche se gli incubi del tempo del Padrone non si ripeteranno, la società è condannata a vivere eternamente sotto la loro minaccia. È una maledizione per i secoli. La nostra società è fondata sul crimine. E non si può fondare una vita felice, serena sopra un crimine. Il Veritiero ha ragione. L’unica salvezza da questo incubo è una confessione sincera e totale. Ma noi non ne siamo capaci. Noi ci sforziamo e ci sforzeremo di tacere. Ecco perché non dimenticheremo mai. Ciao!”.
Ci separammo senza neanche stringerci la mano. Chi sei, uomo? Qual sorte ci ha fatto incontrare? Dove sei andato? Perché gente come noi (come me, il mio Cambio, il Compagno di Bevuta) non facciamo lega, l’uno con l’altro? Ci incontriamo una volta o due, per poi sparire chissà dove. [..]

da Appunti di un guardiano notturno –
Alexsandr Zinov’ev