L’architetto della luce sa che è di vetro la sua provincia blu.
Ai piedi di una montagna di cui spesso si canta stava una fabbrica di zolfo. Gli alberi intorno si erano diradati. La terra immobile diveniva deserto. La vita che talvolta indugiava, per assurdo la giudicava utile e la incoraggiava.
I segni che attraversano gli usci incontrano solo mani d’amanti, segni appena differenti.
Se il cuore generasse tutto il proprio fervore, il sole si spezzerebbe per sempre. Nessuna conclusione che mostri, senza aver avuto luogo, è esagerata.
Il convalescente si stacca dalla morale che suppura, la luna sfronda tre giardini.
Il miele della notte si consuma lentamente. Il passato si avvicina in giochi dove scintilla la sua indolenza. Le strenne senza parole del fantasma saranno dorate.
Taci e firmi proprio in fondo alla pagina, dove Paul Klee, decidendo che non esisti, scopre la tua direzione.

René Char, 1946
* in copertina
Heroic Fiddling
Paul Klee, 1938