E giunse l’onda, ma non giunse il mare:
E ciascun flusso è nostro, che si infrange,
E la distese è sua che permane;
*
Ritorna l’onda, ma non torna il mare;
E flutto verso flutto in lui s’infrange,
Mentre un richiamo a distesa permane.
*
E il mare non sa delle gocce,
Le gocce che ignorano il mare;
*
Non gocce, ma il mare –
Lo stanco indefesso
Che munge a una terra se stesso;
*
Non mare, ma gocce –
Le vive del tutto
E già perse nel flutto;
*
Non gocce, non mare:
Infatuato assalto
Ch’estenuatamente ricade,
Ebbrezza del salto
A chi più corre sul tonfo,
Candori forbendo, scrosci ai ritorni;
*
Goccia oltre goccia a distesa, se cerca,
E un orizzonte la cerchia:
Mare, più mar se profondo,
E incontra lo spettro d’un fondo;
*
Innumerevoli gocce del mare
Tra fissità di riviere
Sorelle e straniere,
Incolmabile mare delle gocce
Bevute e spremute da un cielo
Ricurvo di stelle,
*
E mar verso spiaggia
E mar contro roccia,
Ancor libero mare – una goccia.
da Canti anonimi –
Clemente Rebora
Edizione commentata
a cura di Gianni Mussini
Ed. Interlinea
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in copertina
Il Grande Cretto Nero –
Alberto Burri