Audre Lorde e Simone Leigh

 

 

Ora che sono madre per sempre
 

Come passavano i giorni
mentre fiorivi in me
li rammento uno a uno – l’ingrossamento cambiava le pianure del mio corpo –
all’inizio un palpito, poi un calcio
e io pensavo che fosse il mio cuore.

Come si snodavano i giorni
ricordo, e la svolta
dell’inverno, mentre tu diventavi pesante
contro il vento. Pensavo
ora le sue mani
sono complete, e i capelli
hanno iniziato ad arricciarsi
ora si formano i denti
ora starnutisce.
Poi il seme si aprì
ti partorii una mattina poco prima di primavera –
la mia testa risuonava come un pistone di fuoco
le mie gambe erano torri tra le quali
stava passando un nuovo mondo.

Da allora
posso distinguere solo
un filo nel corso delle ore
tu… che scorri tra i sé
verso di te.

 

 

Donna Madre Nera
 

Non riesco a ricordarti delicata
eppure attraverso il tuo pesante amore
sono diventata immagine della tua carne un tempo fragile
spaccata da falsi desideri.

Quando sconosciuti si avvicinano per farmi i complimenti
il tuo spirito antico fa un inchino
e risuona d’orgoglio
ma una volta nascondevi quel segreto
al centro delle furie
soffocandomi
con seni profondi
e capelli ruvidi
con la tua carne spaccata
e occhi da sempre sofferenti
seppelliti in miti di scarso valore.

Ma ho sbucciato la tua rabbia
fino al nocciolo dell’amore
e guarda madre
Io Sono
un tempio oscuro da cui si innalza il tuo vero spirito
bella
e dura come castagno
puntello al tuo incubo di debolezza
e se i miei occhi nascondono
uno squadrone di ribellioni in conflitto
ho imparato da te
a definire me stessa
attraverso i tuoi rifiuti.

 

 

Chi ha detto che era facile
 

Ha così tante radici l’albero
della rabbia che a volte i rami si spezzano
prima di dare i frutti.
Sedute a Nedicks
le donne passeggiano prima della marcia
discutendo dei problemi causati dalle ragazze
che assumono per sentirsi libere.
Un barista quasi bianco ignora
un fratello che aspetta servendo prima loro
e le donne non notano e neanche rifiutano
il sottile piacere della loro schiavitù.
Ma io che sono incatenata al mio specchio
tanto quanto al mio letto
vedo le cause nel colore
tanto quanto nel sesso

e siedo qui chiedendomi
quale me sopravvivrà
a tutte queste liberazioni.

 

 

C’è più di un modo per scannare un negro
 

Di tutti i modi in cui questo paese
stampa la sua morte su di me
vendermi sigarette è uno dei più sicuri.
Eppure ogni giorno guardo mio figlio cavarsi
ConEdison GeneralMotors NettezzaUrbana
fuori dal naso mentre osserva uno spot di tre secondi
su Come Smettere di Fumare
e mi dà il voltastomaco.
Perché non è con le sigarette
che intendete distruggere i miei figli.

E nemmeno con la fredda luce bianca di sballi cosmici
mentre metà dei ragazzi che conoscevo
sono condannati a viaggi più letali da una capsula diversa;
no, il cancro americano distrugge
con concessioni seducenti
per esempio
che le donne nere non partoriscono più dalle orecchie
pertanto anche loro devono avere il loro Integratore Mensile Di Ferro:
per esempio
che i nostri Denti di Perla non sono assicurati dalla razza
pertanto anche a noi serve Actifluor Anticarie:
per esempio
che anche se tutti gli astronauti sono bianchi
forse i Neri possono sviluppare
alcune di quelle caratteristiche umane
che richiedono croccantini per cani caffè liofilizzato polenta istantanea
prodotti per la depilazione deodoranti detergenti
e altri materiali plastici assortiti.
E questo è il segno più certo che conosco
che la cancerosa società americana sta morendo –
ha iniziato a scaricare i suoi simboli sui Neri
prova convincente che quei simboli sono ormai inservibili
e di gran lunga più letali dell’enfisema.

 

 

Adesso
 

Il potere della Donna
è
potere Nero
è
potere Umano
è sentire sempre
che il mio cuore batte
e i miei occhi si aprono
e le mie mani si muovono
e la mia bocca parla

Io sono
sei tu
Pronta.

 

 

Poesia d’Amore
 

Parla terra e benedicimi con ciò che è più ricco
fa’ che il cielo scorra miele dai miei fianchi
rigidi come montagne
stesi su una valle
scavata dalla bocca della pioggia.

E io sapevo quando entravo in lei che ero
vento forte nella sua cava di foresta
dita sussurravano suoni

miele scorreva
dalla coppa spaccata
impalata su una lancia di lingue
sulla punta dei suoi seni sul suo ombelico
e il mio respiro
ululava nei suoi ingressi
da polmoni di dolore.

Ingorda come gabbiani reali
o un bambino
dondolo sulla terra
avanti e indietro
di nuovo.

 

 

Carbone
 

Io
è il nero assoluto, parlato
dalle viscere della terra.
Ci sono tanti tipi di aperture
il modo in cui un diamante diventa un nodo di fiamme
il modo in cui un suono diventa parola, colorato
da chi paga qualsiasi prezzo per parlare.
Alcune parole sono aperte
come un diamante
su finestre di vetro
cantano a squarciagola dentro il fragore passeggero del sole
Poi ci sono parole come matrici puntate
in un quaderno coi buchi – compra e firma e strappa –
e qualsiasi sia la volontà o il caso
la traccia rimane
un dente mal tolto con il bordo frastagliato.
Alcune parole vivono dentro la mia gola
come in un allevamento di serpi. Altre vengono alla luce
vagando come zingare sulla mia lingua
per esplodermi sulle labbra
come giovani passeri che rompono il guscio.
Alcune parole
mi tormentano.

L’amore è una parola, un altro tipo di apertura.
Come il diamante diventa un nodo di fiamme
io sono Nera perché provengo dalle viscere della terra
ora prendi la mia parola come un gioiello in piena luce.

 

 

Aria di famiglia
 

Mia sorella ha i miei capelli la mia bocca i miei occhi
e io la credo infida.
Quando era giovane, e aperta a ogni febbre
vestita d’oro come un velo di fortuna sul viso
aspettava in ogni pioggia un sogno di luce.
Ma il sole si alzò
bruciandoci gli occhi come cristallo
sbiancando il cielo di ogni promessa e
mia sorella rimase
Nera, senza fortuna né fede
tremante al primo freddo apparire d’amore.

Ho visto il suo oro diventare un arco
dove l’incubo andava a caccia
lungo i portici della notte insonne.
Ora attraverso echi di negazione lei cammina sul lato sbiancato della ragione.
Segreta ora
mia sorella non aspetta più
né piange l’oro fuggito dal suo letto.

Mia sorella ha la mia lingua
e tutta la mia carne
senza risposta
e la credo infida
come una pietra.

 

 

Quello che mio figlio imparerà dal mare
 

Quello che mia figlia impara del mare
dei tuoni estivi
degli enigmi che si nascondono nell’agguato della primavera
lo imparerà nei miei crepuscoli
e puerilmente
lo modificherà ogni autunno.

Quello che mia figlia impara
intanto che i suoi inverni si tramutano in tempo
è maturato nel mio stesso corpo
per accedere ai suoi occhi con luce originaria.

Ecco perché
più forte del sangue
o del latte che ho dato
un giorno un’estranea si spingerà
fin dietro ad uno specchio recidendo le mie funi
di mare e tuono e primavera.
Per il modo in cui lei assaporerà i suoi autunni
friabili come pane, o più caldi del sonno
e le parole che userà per l’inverno
io sono già condannata.

 

 

Dalla casa di Yemanjà
 

Mia madre aveva due facce e una padella
in cui cuoceva le sue figlie
facendone ragazze
prima di prepararci la cena.
Mia madre aveva due facce
e una padella rotta
in cui nascondeva una figlia perfetta
che non ero io
io sono il sole e la luna e ho sempre fame
dei suoi occhi.
Io porto due donne sulla schiena
una scura e piena e nascosta
nella fame color avorio dell’altra
madre
pallida come una strega
ma solida e familiare
mi porta pane e terrore
nel sonno
i suoi seni sono enormi eccitanti ancore
nella tempesta di mezzanotte.

Tutto questo è stato
prima
nel letto di mia madre
il tempo non ha senso
io non ho fratelli
e le mie sorelle sono crudeli.

Madre ho bisogno
madre ho bisogno
madre ho bisogno della tua nerezza ora
come la terra d’agosto ha bisogno di pioggia.
Io sono
il sole e la luna e ho sempre fame
sono il bordo affilato
dove giorno e notte si incontreranno
e non saranno
una cosa sola.

 

 

Potere
 

La differenza tra poesia e retorica
sta nell’essere
pronta a uccidere
te stessa
al posto dei tuoi figli.

Sono intrappolata in un deserto di crude ferite da arma da fuoco
e un bambino morto che trascina la sua nera
faccia spappolata fuori dai confini del mio sonno
il sangue dalle sue guance e gambe crivellate
è il solo liquido d’intorno e il mio stomaco
si rivolta al gusto immaginato mentre
la mia bocca si spacca in labbra aride
senza coerenza o ragione
assetata dell’umidore del suo sangue
che gocciola nel biancore
del deserto in cui mi sono persa
senza immagini o magia
cercando di ricavare forza da odio e distruzione
cercando di guarire coi baci mio figlio che muore
soltanto il sole sbiancherà più in fretta le sue ossa.

Il poliziotto che sparò a un ragazzino di dieci anni nel Queens
era ritto su di lui con le scarpe da sbirro nel suo sangue di bambino
e una voce disse “Crepa piccolo figlio di puttana” e
ci sono registrazioni a provarlo. Al processo
il poliziotto sostenne in sua difesa
“Non avevo notato né la statura né altro solo il colore”. E
ci sono registrazioni a provare anche questo.

Oggi quel bianco di 37 anni da 13 anni in polizia
è stato rimesso in libertà
da 11 bianchi che hanno affermato d’essere soddisfatti
giustizia è stata fatta
e una Donna Nera che ha detto
“Mi hanno convinta” intendendo
hanno trascinato il suo metro e trenta di donna nera
sopra i carboni ardenti
di quattro secoli di collusione fra maschi bianchi
finché lei ha ceduto il primo vero potere che avesse mai avuto
e cementato il suo utero
per dare sepoltura ai nostri figli.

Non sono stata capace di toccare la distruzione
dentro di me.
Ma se non imparo a utilizzare
la differenza tra poesia e retorica
anche il mio potere scorrerà corrotto come muffa velenosa
o giacerà molle e inutile come un cavo scollegato
e un giorno prenderò la mia spina adolescente
e la collegherò alla presa più vicina
stuprando una bianca di 85 anni
che è la madre di qualcuno
e mentre la colpisco fino a farla svenire e do fuoco al letto
un coro greco canterà in un tempo di 3/4
“Poveretta. Non aveva mai fatto male a una mosca. Che bestie che sono”.

 

 

L’odore del vento
 

Precipitando a capofitto
in un nuovo silenzio
il tuo viso
cala sul mio orizzonte
il nome
di un caro sogno
che mi tiene all’ancora
una dolce stagione
per salpare
verso un altro viaggio

Non è permesso fare calcoli
salvo la meravigliosa aritmetica
della distanza

 

 

Cambiamento
 

In quale letto
ho giaciuto sudata
mentre il primo usignolo cantava
raccontando a me stessa storie
della donna che ero stata
lanciandomi
verso la riva sconosciuta
deridendo la lunga ombra degli scogli
finché le onde si sono infrante contro la mia rabbia
schiumando
e le mie guerre sono tornate a casa?

Le ragazze che vivono
sul bordo calmo della piscina
dove sale la luna
mi insegnano
a lasciare in pace i sogni.

 

 

Electric Slide Boogie
 

Primo dell’anno, 1.16 di mattina
e il mio corpo è oltre lo sfinimento
tempo di ritirarsi e riposare
mi è stato concesso ampio spazio nella testa di ciascuno
ma la comunità chiama
lì sulla soglia
tamburi che battono attraverso i muri
bimbi che giocano con i camioncini
sotto l’attaccapanni pieghevole
nello stretto corridoio fuori dalla mia stanza
La sala tv a fianco è spalancata
è mezzanotte in Idaho
e il battito semplice discreta giravolta
dell’Electric Slide Boogie
fa ballare a tempo
di là nel salotto
oltre il dolce tintinnio
dei bicchieri in sala da pranzo
e il profumo pungente della torta di mele olandese
leggermente troppo cotta
tutto legato insieme
alla grassa risata nera
di Gloria
e delle sue sorelle, un’ottava sopra

Quanto è difficile dormire
nel mezzo della vita.

[3 gennaio 1992]

 
da D’amore e di lotta
Audre Lorde

 

 
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* tutte le opere sono di
Simone Leigh in Sovranità
(Leone d’oro come migliore artista alla Biennale di Venezia
e prima donna nera a rappresentare il Padiglione americano)
ad eccezione della sequenza dei bei dipinti di
Solange Pessoa con Sonhiferas per il Padiglione Africano
** alcune foto sono dell’artista Ugo Cordasco
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Brick House di Simone Leigh sulla High Line di New York