Oro, piombo ed eco nei versi di Gerald M. Hopkins, con J.M.W. Turner.

 

 

Questo è il nostro dolore. Si scioglierà? Ah, l’acqua
Potrebbe sgorgare, scorrere, far verdeggiare questi monti e queste valli,
E noi ricostruire le nostre città, non più sognare le isole
Wystan Hugh Auden

 

The Storm – W.M.W. Turner

 

Ineffabile,
oltre ogni tua consolante parola,
tu sei
lampo e amore,
inverno e calore,
Padre amoroso, sì,
ma del cuore che hai torturato».

 

Fire at Sea – J.M.W. Turner

 

(Conforto della carogna)
 

No, non banchetterò, io non banchetterò di te, o Disperazione, conforto della carogna;
non voglio disfare, se pur lente siano, queste ultime corde d’uomo
in me, né, al colmo della stanchezza, gridare: più non posso. Io posso;
qualcosa posso: sperare, desiare che venga giorno, non voler non essere.
Ma oh, tu terribile, perché vuoi duro sopra me
calcare come roccia il destro piede, torturatore del mondo? Piantarmi sopra una zampa di leone?
Rovistare con tenebrosi occhi nelle mie ossa frante?
Squassare
oh, in turbini di tempesta, me qui rammucchiato, frenetico di schivarti e fuggire?

Perché? Acciocché la mia pula vada dispersa; il mio grano resti, mondo e chiaro.
Anzi, in tutta quella pena, quella tortura, da quando (pare) lasciai la verga,
la mano piuttosto, il mio cuore, oh, guarda! la mia forza ripiegata, la mia gioia furtiva, vuol ridere, far festa.
Chi festeggiare? L’eroe di cui il gesto mi scagliò giù, il piede
mi calpestò? Me, che lo combattevo? Chi dei due? L’uno e l’altro? Quella notte, anno,
di tenere ora svanite, io misero giacqui, lottando? (o mio Dio!) con il mio Dio.

(Data probabile 1885)

 

Snow Storm – J.M.W. Turner

 

Non v’è limite al male, nessuno. Scagliati oltre la vetta del dolore,
più spasimi, istruiti dei trascorsi spasimi, più fieri tormenteranno.
Consolatore, dove è, dove è il tuo conforto?
Maria, madre nostra, dove è il tuo sollievo?
I miei gridi si ammassano in lunghe greggi,
si ammucchiano in un prepotente, sovrano
dolore, sconforto del mondo; so incudine antica si torcono e cantano,
poi si stupiscono e scompaiono. La Furia aveva urlato:
“nessun indugio;
lasciami incrudelire! Fatalmente devo essere breve!”

Oh, la mente, mente ha montagna; rupi precipitose,
paurose, impervie, ma da uomo esplorate. Le tenga a vile
sol chi mai vi stette sospeso. Nè lungamente la nostra poca resistenza regge a quella scoscesa profondità. Qui!
Striscia,
o misero sotto un conforto che assiste in un vortice; ogni
vita la morte finisce e ogni giorno nel sonno muore.

 

“Mesmerized” di Jacques Bank, opera basata su poemi di G.M. Hopkins

 

                                              Ma come io… fatemi luogo;
                                              porgetemi… fantasia, scendi più rapida:
                                              cogli tu la visione? Vedila balenare laggiù,
                                              quel che essa… laggiù!

 

Sunset – J.M.W. Turner

 

Estratti sulle nuvole (dai diari)

*

l’altra sera dopo una giornata luminosissima, l’aria tersa e nitida, ci fu uno squarcio di ardente tramonto, color tuorlo d’uovo.il primo gelo per tutta la giornata da lungo tempo non ricordo se è stato così. L’aria è splendente, ma vaporosa, le foglie morte trinati erba nel parco bianca di brina mescolata con un breve vetta

*

Un bel tramonto: il cielo in alto azzurro smorto attraversato da un’ampia obliqua strada battuta di nuvole gettata come un ponte che salga da destra a sinistra, formata di fuscelli e di fili d’erba; i fuscelli trasversalmente; il tramonto giallo, imbevuto di luce ma terminante in alto in una spuma di un dedicato bianco perlaceo e macchiato di grossi cespi di nuvole di color carminio tra il tono bruno e il violetto ma ornate di cuprea luce. Ma è soprattutto per una ragione che noto tutto questo: prima avevo sempre considerato il tramonto e il sole fuori da ogni rapporto reciproco come certo essi sono in senso fisico, perché l’occhio che ha fissato il sole rimane ottuso a ogni altro oggetto e, se guardi al resto del tramonto, devi coprire il sole; ma oggi sono riuscito a fonderli in una sola visione e a fare del sole proprio l’occhio e il fulcro del tutto, quale esso è. Era attivissimo e scoccante luce e risultava con tanta forza della campagna come una pietra oblunga o un castone è il nocciolo dello stelo di un calice: è proprio disponendolo in questa guisa che esso si accorda con il cielo. […]

 

*

Il tramonto ogni cosa ingrandiva e c’era un mondo di nuvole gonfie che reggevano come una lampada la luce giallo-rosa mentre alcuni lembi lattei vi passavano sotto […]

*

Bellissimo tramonto; prima, mi sembra, bossoli gialli incrocianti poi una leggiadra conchiglia orizzontale di nastri luminosi che si tagliavano dal sole calante. Il fumo di questi nastri si alzava soffermandosi in stick di nero vapore, dalle braccia lunghissime […]

 

Monte Pilatus – John Ruskin

 

 

*

Pomeriggio luminoso, nette le distanze, il Pendle chiazzato di ombre folte; vento occidentale; un’interessante formazione di nuvole, piatte e adagiate nell’ordito del cielo, ma i singoli pezzi, con un profil rotondo e a d’orso di delfino, si mostravano qua e là, e Tutte si urlavano e cozzavano a L., un pezzo contro l’altro. Più tardi un bello e delicato incresparsi. […]

*

Ma un sì bel Damasco nel cielo come oggi non l’avevo mai avvertito prima. L’azzurro era carico di una naturale energia. Il cielo più alto, allo zenit, cupo e torvo, più in basso più chiaro e tenero. In alto ancora, spirante attraverso lanosi mantelli di nuvole o sugli orli e sulle ramificazione dei lembi volanti era proprio della tonalità del carminio, più vicino alla terra, di contro il sole, era turchese e nell’opposta baia sud-occidentale sotto il sole era come chiaro olio ma della stessa pienezza di colore, schiumato alla superficie da abbaglianti obliqui cirri tutti in fuga l’uno appresso all’altro, sfilacciati in frange luminose come se bianchi tovaglioli fossero lanciati in alto nel sole, ma non proprio contemporaneamente, così da disporsi tutti in una scala nell’aria cadendo giù al suolo l’uno dopo l’altro. […]

*

Abbiamo avuto altri pomeriggi simili, uno oggi: il cielo una bella grana d’azzurro, setacee nuvole riluttanti, in pani piatti di sotto e robusti costoloni cignei e brillanti, più vicino allo zenit cumuli vaganti di una sorta di violaceo pallore. Nuvole bianco-rosate si formavano rapidamente, non tutte della stessa densità, alcune impastate e natanti in una vacua bianchezza, altre intrise di azzurro e simili al petalo di un fiore tenuto contro luce, diasprato da un verme o venatura di più cupo azzurro che correva tra rosetta e rosetta. Ulteriore struttura che portò la pioggia […]

 

Sun setting over a lake – J.M.W. Turner

 

Bellezza cangiante
 

Sia gloria a Dio per le cose e variopinte-
Per i cieli pezzati come vacca macchiata;
per i nei di rosa che picchiettano la trota nuotatrice;
per le castagne crollate dai rami sui rossi tizzoni;
per l’ali del fringuello;
pel paesaggio ordito e frammentato – stazzo,
maggese,
ad arativo;
e per tutti i mestieri, e lor ferri e strumenti.

Tutte le cose, le contrarie, le primordiali, le superflue
E strane;
tutto che è mutevole, screziato (chissà come?)
col veloce, il lento; dolce, acido; fulgido, opaco;
Quegli le procrea la cui bellezza è oltre mutamento.
Lodate Lui.

(trad. Beppe Fenoglio)

 

 

 

 

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* tutte le poesie e i diari di Gerald Manley Hopkins
sono tratti da Poesie e Prose scelte
Guanda Editore
** in copertina “Luce e colore (la teoria di Goethe)”
J.M.W. Turner
*** le due composizioni musicali sono ispirate
da poesie di Hopkins
***** ultimo video: il finale del film
“Che cosa sono le nuvole”
Pier Paolo Pasolini

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Ed ecco la bellissima e selvaggia sonorità dei versi di Hopkins nella versione originale del poema “The Leaden Eco & The Golden Echo“, letto da Richard Burton.