Juan Rodolfo Wilcock

“Pensa, uomo civile, che sei l’ultimo

uomo rimasto sulla terra e pensa:

tutti i diamanti sono tornati sassi:

sei il re dell’America e della Russia,

con le sterline puoi pulirti il culo

ma perché dovresti ormai pulirtelo,

per uno scrupolo verso i vermi?

E come il fallo cerca la vulva assente,

la tua lingua va in cerca di un orecchio,

metti la maschera d’oro di Agamennone

e ti guardi allo specchio, ma non ti parla,

cerchi la Sfinge, ma non ti fa domande,

leggi i giornali vecchi per ritrovare

la voce immonda della razza scomparsa

avara, ipocrita, assassina e ladra,

ma almeno ti parlava, non come adesso,

ti mentiva, ti odiava, ti dileggiava,

ma ti parlava e a volte ti ascoltava,

rimpiangi il giudice, lo sbirro, il boia,

che erano te specchiato con la maschera,

ma quelle labbra d’oro ti parlavano,

non come le ricchezze della terra

che senza le parole sono polvere

ceneri, cenci, sassi, carte e metalli.

Puoi fare quel che vuoi, chi è solo è morto”.
Ma quell’uomo civile che era l’ultimo
uomo rimasto sulla terra si mise
sulla faccia la maschera di Agamennone
e si sdraiò nel sepolcro a Micene
sperando che Qualcuno lo vedesse.

*in copertina 

ph. Franco Fontana